"Gli uomini sbagliano, solo i grandi uomini confessano di essersi sbagliati", diceva la grande mente illuminista di Voltaire che non avrebbe certo immaginato che le sue parole potessero servire a commentare il discorso di un papa. | "Men make mistakes, only great men confess that they have mistaken", said the great mind of the enlightenment, Voltaire, who surely had not imagined his words would one day serve to comment on the speech of a pope. |
Giovanni Paolo II |
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Domenica 12 Marzo 2000: Giovanni Paolo II chiede a Roma perdono a Dio per gli errori commessi dalla Chiesa nella sua storia. L’"infallibile" Papa rivela che l’istituzione di cui il Giubileo festeggia i duemila annni di storia, ha piú volte sbagliato e peccato. Un "mea culpa" che ha un grande significato non solo per il futuro dela religione cattolica e della sua millenaria istituzione ecclesiastica, ma anche per il mondo laico che dovrá riflettere sul messaggio universale di rivalutazione della critica storica lanciato dal piú longevo centro di potere della Terra. | In Rome, on Sunday March 12 2000, Pope John Paul II asked God for forgiveness for the errors committed by the Church throughout history. The 'infallible' pope revealed the institution in which, during this Jubilee, celebrated 2000 years of history, has many times committed errors and sins. This "mea culpa" has great significance not only for the future of the Catholic religion and its two thousands year old ecclesiastic institution, but for the secular world as well, which must reflect on this universal message of reevaluation of history launched by the oldest center of continuous power on earth. |
Nel documento intitolato "Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato", la Chiesa riconosce le sue persecuzioni, le sue guerre, le sue discriminazioni, le sue responsabilitá per le divisioni della cristianitá. I "mea culpa" del Papa per la violenza delle crociate, dell’inquisizione, delle guerre di religione contro i protestanti, descrivono tragici episodi di una lunga storia vissuta da una Chiesa ben diversa dalla presente. Ma nel chiedere perdono a Dio anche per ció che la Chiesa fece, o meglio per quello che non fece, nel terribile Novecento, Wojtyla dimostra la grandezza di cui parlava Voltaire. Sull’Olocausto degli ebrei, la Chiesa non aveva ancora completamente ammesso la sua colpa, che é stata quella del silenzio. Il Vaticano di Pio XII si adoperó per salvare centinaia di ebrei dallo sterminio nazi-fascista, ma puó bastare questo dato per discolpare la Chiesa da ogni responsabilitá? Come fu possibile per i nazisti condurre, praticamente senza resistenza, lo sterminio di milioni di ebrei nel cuore dell’Europa cristiana? La troppa prudenza del pontificato di Pio XII contribuí a scrivere una delle pagine piú buie della storia d’Europa e della Chiesa. | In the document titled "Memorandum and reconciliation: the Church and the errors of the past," the Church recognizes its persecutions, its wars, its discriminations, and its responsibility for the division of Christianity. The "mea culpa" of the pope for the violence of the crusades, of the inquisition, of the religious wars against the Protestants, describes tragic episodes in a long history experienced by a Church very different from todays. However, in asking Gods forgiveness for what the Church did, or better yet, for what it did not do during the terrible twentieth century, Wojtyla demonstrates the greatness of which Voltaire spoke. Concerning the Holocaust of the Jews, the Church had not yet completely admitted its guilt, which was that of silence. The Vatican of Pio XII saved hundreds of Jews from the extermination of the nazi-fascists, but is that enough to absolve the Church from any responsibility? How was it possible for the Nazis to conduct, almost without resistance, the extermination of millions of Jews in the heart of Christian Europe? The exaggerated prudence of Pio XII contributed to writing the darkest pages of history for Europe and the Church. |
Stalin, a chi gli parlava dell’influenza che il Vaticano poteva esercitare sugli eventi, rispondeva sprezzante: "Quante divisioni ha il Papa?". Per quanto riguarda la tragedia dell’Olocausto, il Papa aveva a disposizione un’armata morale che peró rinunció a utilizzare. Papa Pacelli poteva fare di piú, molto di piú, ma invece scelse la strada sbagliata, la strada del silenzio e della prudenza, rinunciando a scuotere non solo i milioni di cattolici italiani e tedeschi, ma anche l’opinione pubblica degli Alleati (soprattutto americana). | Stalin, responding to arguments on the potential influence of the Church at the time said, "How many armed divisions does the pope have?" Regarding the tragedy of the Holocaust, the pope had at his disposition a moral arm which he refused to use. Papa Pacelli could have done more, much more, but he chose the wrong road, that of silence and prudence, refusing to influence not only millions of German and Italian Catholics, but also the public opinion of the allies, especially America. |
Il grande storico francese Marc Bloch scrisse che quando interroga la propria storia, un popolo si sottopone a un esame di coscienza. Il Papa oggi non solo chiede perdono a Dio per gli errori commessi dalla Chiesa, ma chiede anche a tutti i cattolici (ma siamo convinti anche a tutta l’umanitá) di interrogare il proprio passato per farsi un esame di coscienza e trovare attraverso lo strumento della conoscenza la forza per non ripetere certe tragedie. | The great French historian, Marc Bloch wrote that when a nation questions its history, it questions the conscience of its people. Sunday, the pope not only asked Gods forgiveness for the errors committed by the Church, but asked all Catholics, as well as all of humanity, to question their past, to examine their conscience and in that way find the instrument of knowledge in order not to repeat tragedy. |
Quello di Papa Wojtyla diventa cosí il riconoscimento della Chiesa alla funzione pedagogica della critica storica. Wojtyla ovviamente scava nel passato della sua Chiesa, ma facendolo crediamo che lanci anche un segnale a tutte le istituzioni di potere create dall’uomo, religiose o laiche che siano. Per affrontare il futuro é fondamentale riconoscere gli errori del passato, dice il Papa alla sua Chiesa, e contemporaneamente si erge ad esempio per gli altri grandi leader della Terra. Non avrebbe molto senso infatti se il ritorno della memoria avvenisse soltanto a Roma, centro spirituale ancora importante ma sicuramente non piú potenza del mondo capace di determinare la storia come nei secoli passati. Il Papa con la sua "confessione" indica il futuro alla sua Chiesa ma lancia anche un messaggio a tutti gli altri poteri nel mondo: nessuno potrá entrare nel nuovo millennio e pensare di portarlo a termine nascondendo parti del suo passato, con le sue colpe e i suoi peccati. Il Papa chiede perdono a Dio per gli errori della Chiesa, ma anche altri dovranno riconoscere le proprie colpe e chiedere perdono questa volta alle proprie vittime. Cosí si attende ora un presidente americano che sollevi la coscienza del suo popolo e chieda perdono per le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, cosí come aspettiamo un presidente russo chiedere perdono per i massacri perpetrati contro le minoranze etniche (quello ceceno é solo l’ultimo di una lunga serie) e dovrebbero ovviamente prostarsi per questa "confessione mondiale" anche cinesi, arabi, turchi, indiani fino al piú piccolo dei popoli che si é macchiato di crimini contro l’umanitá. | As such, Pope Wojtylas speech is the Churchs recognition of the pedagogic function to criticize the past. Obviously Wojtyla digs into the history of the Church, but in doing so, he launches a signal to all of the institutions of man, religious but also secular. To confront the future, it is fundamental to recognize the errors of the past, says the pope to his Church, and contemporarily he becomes an example for the other great leaders on the earth. It would not make much sense in fact, if this "docrtine of history" were for Rome only, an important spiritual center, but surely not the powerful world power capable of determining history as in past centuries. With his 'confession', the pope indicates the future for its Church, and launches a message to all other powers of the world: nobody can enter the new millennium and remain strong hiding the past, with its sins and guilt. The pope asks Gods forgiveness for the errors of the Church, but others must also recognize their guilt and ask in turn forgiveness of their victims. Therefore, an American president will have to lift the conscience of his people by asking forgiveness for the nuclear bombing of Hiroshima and Nagasaki, and a Russian president will have to ask forgiveness for the massacres of ethnic minorities (that of Cecenia is the latest in a long series), and obviously in this "world wide confession" also the Chinese, Arabs, Turkish, Indians and the smallest populations tainted by crimes against humanity will have to participate. |
Se la Chiesa ha peccato, sembra dire Wojtyla, nessuno é senza peccato e nessuno ha quindi il diritto di scagliare la prima pietra per dominare gli altri. "L’inizio della salvezza é la conoscenza della colpa", scriveva proprio duemila anni fa Seneca. Wojtyla ha iniziato questo cammino di salvezza indicando alla Chiesa la strada per entrare nel suo terzo millennio. Spetta ora agli altri poteri della Terra, piú giovani della Chiesa ma non per questo senza colpe da riconoscere, seguirne lesempio. | If the Church has sinned, Wojtyla seems to say, nobody is without sin, and therefore nobody has the right to throw the first stone, to dominate others. "The first step in salvation is the recognition of sin," wrote the Latin poet Seneca 2000 years ago. Wojtyla began this walk toward salvation indicating to the Church the new road for its third millennium. It is now up to other world powers, younger than the Church, but by no means more innocent, to follow the example. |
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sulla rubrica "Visti da lontano" del quotidiano "America Oggi", domenica 12 marzo, 2000 | This editorial was first published on the newspaper "America Oggi" ("Visti da lontano" column) on Sunday, 12 March 2000 |