"Ho sempre pensato che nell’anima di tutti noi, in qualche modo, ed in gradi diversi, esista un vuoto. Questo vuoto ci chiama, come un istinto, e ci fa fare delle scelte, giuste o sbagliate; si mostra e si nasconde. Attraverso la vita, tutti noi cerchiamo di capire qual è il nostro vuoto e, possibilmente, cerchiamo di riempirlo. Alcuni riescono ad intuirlo, altri rifiutano di vederlo. | "I have always thought that in each person's soul, in some way, and to varying degrees, there exists an emptiness. This emptiness calls to us, like an instinct, and causes us to make choices, right or wrong; it shows itself and hides. Throughout our lives, we all strive to understand what our emptiness is, and, possibly, to fill it. Some succeed to sense it, others refuse to see it. |
Io voglio riempire il mio vuoto, dopo aver cercato per tanti anni di capirlo, e aver scoperto che in fondo stavo solo cercando un padre, il mio autore; io, burattino di legno nato solo per magia. Ma poi, ho veramente bisogno di un padre? In fondo, io sono cresciuto lo stesso senza la sua guida. Ma perché allora ho così bisogno di capire chi mi ha fatto nascere?" |
I now wish to fill my emptiness, after having tried to understand it for years, and discovered that deep down I was only looking for a father, my maker; I, the wooden puppet born solely out of magic. But then, do I really need a father? Deep down, I grew up just the same without his guidance. But why then do I have such a need to know who created me?" |
Carlo Filippo Lorenzo Giovanni Lorenzini, nasce a Firenze il 24 novembre 1826. Il padre è cuoco e la madre sarta: Carlo è il primo di dieci figli. Come spesso accadeva allora, nelle famiglie povere e numerose, alcuni figli venivano affidati ai parenti per dividere il peso economico della loro crescita. E Carlo frequenta le classi elementari a Collodi, dove abita presso gli zii materni. Gli anni passati in questo paesino toscano lo segnano talmente che "Collodi" diventerà, in futuro, il suo pseudonimo. | Carlo Filippo Lorenzo Giovanni Lorenzini, was born in Florence on November 24, 1826. His father is a cook and his mother a dressmaker; Carlo is the first of ten children. As was often the case in those days, in large and poor families, some children were entrusted to relatives to lessen the economic burden of their upbringing. And Carlo attends elementary school in Collodi where he lives with his mother's relatives. The years that he spent in this little town in Tuscany influenced him to such degree that "Collodi" would become, in the future, his pseudonym. |
La famiglia Lorenzini versa in gravissime condizioni economiche, ma Carlo, grazie all’aiuto del marchese Ginori e della famiglia della madre, Angela Orzali, riesce a entrare in seminario, studiare e diventare giornalista. Nel 1848 fonda il giornale satirico "Il Lampione" e allo stesso tempo inizia la sua carriera nella pubblica amministrazione. | The Lorenzini family faces grave economic conditions, but Carlo, thanks to the aid of the Marquis Ginori as well as the family of his mother, Angela Orzali, succeeds in entering the seminary, studying and becoming a journalist. In 1848, he founds the satirical newspaper "Il Lampione" and at the same time begins his career in public administration. |
[ ] Nel 1856, quando decide di farsi romanziere per burla e pubblica la sua prima commedia, "Gli amici di casa", Carlo Lorenzini è ormai in salvo dalla povertà amarissima che ha segnato la sua infanzia e i suoi primissimi anni giovanili […] Sebbene l’anedottica corrente […] ami rappresentare Collodi, nella sua veste di impiegato pubblico, come uomo svogliato, insofferente della gerarchia e della disciplina, egli deve essere stato in realtà saldamente protetto […] stimato ed equamente valorizzato dai suoi superiori […] a giudicare dalla carriera percorsa: una carriera più che dignitosa […] A dispetto però della sua poliforma attività e dei conseguenti, non disprezzabili guadagni, Collodi si dibatte spesso in difficoltà economiche dovute alle perdite al gioco […] Ma al di là della proliferazione anedottica, il gioco ha costituito realmente una scabrosa presenza nella vita di Collodi, almeno fino agli anni della piena maturità; il gioco e lo squallore angoscioso del denaro che manca e che bisogna trovare in fretta […] Fu il bisogno di sottrarsi all’incontrastata tentazione del gioco, il desiderio di abbandonare per un po’ una routine […] a motivare la sua breve fuga da Firenze e la sua partecipazione alla seconda guerra d’indipendenza [ ] (1) | [...] In 1856, when he decides to become a novelist and, in jest, publishes his first comedy, "Gli Amici di Casa", Carlo Lorenzini is already far from the bitter poverty that marked his childhood and earliest years of adolescence [...] Although current anectotes [...] represent the civil servant Collodi as a lazy man, intolerant of hierarchy and discipline, in reality he must have been well protected [...] esteemed and equally valued by his superiors [...] to judge by the development of his career: quite a distinguished one [...] However, in spite of his many activities and the money he earned with them, certainly not insufficient earnings, Collodi often struggled with financial problems due to his losses from gambling [...] And regardless of the proliferation of anecdotes, gambling truly created an awkward presence in Collodi's life, at least until the years of his full adulthood; gambling and the painful wretchedness of the lack of money and the need to find it in a hurry [...] Was it the need to escape the irresistible temptation of gambling, the desire to get away for a while from the routine [...] that motivated his brief escape from Florence and his participation in the second war of independence? [...] (1) |
[ ] La ragione di questo allontanamento di Lorenzini da Firenze è con ogni probabilità sentimentale, come indica il Collodi Nipote: "tra tanti amori più o meno fatui e fragili egli dovette averne uno veramente serio, che, se fosse stato possibile, avrebbe ridotto lo scapolo impenitente… a prender moglie." Carlo, piacente e passionale, s’innamorò infatti di una signora fiorentina, o residente in questa città, che, proprio per il fatto di essere sposata non ebbe la forza di lasciare per lui il marito e i due figli maschi […] Dalla relazione nacque una bambina, che pare aver poi avuto in sorte una morte precoce [ ] (2) | [...] The reason for Lorenzini's departure from Florence is probably sentimental, as pointed out by Collodi's nephew: "between many, more or less fatuous and fragile loves, he must have had a truly serious one, which, if it had been possible, would have compelled the eternal bachelor to take a wife." Carlo, charming and passionate, in fact fell in love with a married Florentine woman, or a resident of the city, that, due to the fact that she was married and had two boys could not find the strength to leave them for him. A daughter was born of their relationship, but apparently died prematurely [...] (2) |
il passare del tempo Collodi si placa, si "imborghesisce" e continua a scrivere, scrivere e scrivere. Nel 1881 inizia la pubblicazione a puntate della "Storia di un Burattino" sul "Giornale per i Bambini". Il 25 gennaio 1883 si conclude la pubblicazione a puntate con il nuovo titolo "Avventure di Pinocchio". | As time goes by, Collodi leads a calmer life; becomes more of "a bourgeois", and continues to write, write and write. In 1881, he begins the publication, in installments, of "The Story of a Puppet" for the "Children's newspaper". On January 25, 1883 the publication ends and is issued with a new title "The Adventures of Pinocchio". |
[ ] È innanzitutto il mestiere giornalistico all’origine della continua frammentazione tematica, della volubilità ed estemporaneità di interessi che caratterizzano, nell’insieme, tutta la scrittura di Collodi [ ] (3) | [...] It is, above all, the journalistic profession at the origin of all the fragmented themes, fickle and extemporaneous interests that characterize the writings of Collodi [...] (3) |
1890. Esce la quinta edizione di "Le Avventure di Pinocchio". Il 26 ottobre Collodi muore "in seguito a rottura di aneurisma". | 1890. The fifth edition of the "Adventures of Pinocchio" is issued. The 26th of October Collodi dies "following a rupture of an aneurism". |
[ ] Il suo fisico era giunto al limite, e non solo per gli stravizi; [ ] allindomani i cronisti lo ricorderanno ad esempio "tra i migliori giornalisti contemporanei" [ ] (4) | [...] His body had reached its limit, and not only for his excesses; [...] in the future, the reporters will remember him as one of "the best journalists of his day" [...] (4) |
[ ] È Collodi Nipote ad informarci che Paolo Lorenzini [fratello di Carlo n.d.r.] " rivedendo le carte che [Carlo] aveva lasciate trovò una quantità di lettere che aveva gelosamente conservate. Leggendone alcune, che avrebbero potuto compromettere signore ancora viventi e molto note, egli prese la decisione di dar tutto alle fiamme senza leggere le altre. Ma con quelle andarono alle fiamme anche lettere scritte al Collodi da compagni di fede politica, da amici giornalisti ed artisti, che avrebbero potuto costituire un preziosissimo epistolario capace di mettere in maggior luce e valore l’attività politica, giornalistica ed artistica di Collodi [...] (5) | [...] It is Collodi's grandchild who tells us that Paolo Lorenzini (Carlo's brother) "reviewing the papers that [Carlo] left, found a number of letters that Collodi had jealously kept. Reading some of them, that could have compromised the reputation of many notable women who were still alive, he made his decision to burn all of them without reading others. But in this way were also burned letters from companions of political belief and friends who were journalists and artists; letters which could have been used to construct a very precious documentation that could have shed light on and given value to Collodi's political, journalistic and artistic activities. [...] (5) |
" E così questo è il mio vero padre: non il falegname Geppetto, ma lo scrittore irrequieto Collodi. Padre e autore, con tutti i suoi sbagli, le sue verità, la sua passione e la sua vita. Forse anche lui cercava di riempire il vuoto della sua anima... Ma perché abbiamo così bisogno di capire noi stessi? Sarebbe talmente facile essere solo dei burattini." |
"Hence, here is my true father: not "Geppetto" the carpenter, but the restless writer Collodi. Father and author, with all of his mistakes, his truths, his passion and his life. Perhaps he too was striving to fill the emptiness of his soul... And yet I wonder, why do we seek so much to understand ourselves? It would be so easy to just be puppets." |
Bibliografia: |
Bibliography: |
1) "Introduzione
a Collodi" di Bruno Traversetti, Laterza 1993, pag 58,
60, 61 2) "Collodi Opere" di Daniela Marchesini, Mondadori 1995, pag LXXXIX 3) "Introduzione a Collodi" di Bruno Traversetti, Laterza 1993, pag 65 4) "Collodi Opere" di Daniela Marchesini, Mondadori 1995, pag CXXIII 5) "Collodi Opere" di Daniela Marchesini, Mondadori 1995, pag CXXIII |