Nel Mediterraneo sono presenti circa 45 specie di squali appartenenti a 13 famiglie, con una grande varietà di forma e dimensioni, infatti, passiamo dal piccolo gattuccio (Scyliorhinus canicula) che arriva a misurare al massimo 70 cm di lunghezza, allo squalo elefante (Cetorhinus maximus) e allo squalo bianco (Carcharodon carcharias) che raggiungono rispettivamente 9-10 metri il primo e 6-7 il secondo. |
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Le famiglie con più rappresentanti sono quella dei Carcarinidi, che comprende squali molto conosciuti come la verdesca (Prionace glauca), e quella degli Squalidi, a cui appartiene anche lo spinarolo (Squalus acanthias ) spesso presente sui banchi dei mercati ittici. |
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Oltre allo spinarolo, alcune altre specie di squali sono oggetto di pesca commerciale seppure non sistematica e continuativa. Commestibilità a parte, a chi va per mare preme sapere se uno squalo sia pericoloso o meno, e a ragione, perché nel Mediterraneo vivono diverse specie considerate pericolose e sicuramente una pericolosa al massimo grado. Vediamo allora perché alcune specie vengono considerate pericolose in maniera potenziale e il significato di questa definizione: l'aggettivo potenziale si riferisce al fatto che la specie in questione può, in determinate situazioni, risultare aggressiva nei confronti dell'uomo. |
È noto
ad esempio il caso di un pescatore subacqueo che durante
una competizione agonistica nelle acque di Caprera cercò di
catturare uno squalo capopiatto (Hexanchus griseus),
rischiando di diventare preda lui stesso. |
Per quanto riguarda lo squalo più pericoloso in assoluto, e cioè lo squalo bianco, c'è da dire che è presente nel Mediterraneo. Se si dà un'occhiata alle tabelle del MEDSAF, che è il riferimento per il Mediterraneo dell'ente International Shark Attack File, organismo che si occupa di registrare gli attacchi degli squali ad esseri umani, si vede che lo squalo bianco ha attaccato, in alcuni casi anche con esito fatale, nell'alto Adriatico, nelle coste liguri, toscane e laziali, nel canale di Sicilia, Egadi, Malta e coste tunisine. Ancora più numerosi sono gli avvistamenti e le catture. |
In Sardegna "morte bianca" è stato segnalato più volte nel golfo dell'Asinara, con particolare frequenza nelle Bocche di Bonifacio, e presso l'Isola di San Pietro. A Capo Testa per due anni consecutivi nel mese di Marzo, due esemplari furono catturati in una rete per palamite calata sottocosta. Di un certo rilievo è la cattura, documentata anche fotograficamente, di un esemplare superiore ai cinque metri di lunghezza e 1100 kg di peso avvenuta nell'agosto del 1976 nelle acque dell'Isola di Mal di Ventre da parte di pescatori di professione che nei loro tramagli di certo non si aspettavano di trovare avvolto un simile bestione. |
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Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su Mare Nostrum, luglio/settembre 2000. |
11 Maggio 2025
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