Madama Butterfly è una di quelle opere che mi è cresciuta dentro fino al punto da farmi concordare con Puccini quando scrisse che: "questa opera è la migliore che abbia scritto". |
![]() |
Che Puccini abbia fatto questa affermazione di fronte a uno dei grandi fiaschi della storia dell'opera, non è solo un esempio di coraggio sfacciato di fronte a un'ondata di critiche, ma anche la rivelazione della ferma convinzione del compositore nel ritenere che con quest'opera egli avesse raggiunto ciò che si era prefissato. In essa egli perfezionò infatti lo stile personale che aveva stabilito e sviluppato con La Boheme e Tosca. |
In seguito ad alcuni aggiustamenti sostanzialmente superficiali, a pochi mesi dalla disastrosa premiere, Puccini fu rivendicato dal clamore internazionale che seguì la produzione della nuova versione di Madama Butterfly. |
Neppure il tempo ha eroso la popolarità di Madama Butterfly, che rimane ad oggi una delle più amate e rappresentate opere del mondo. Ma il fascino duraturo di quest'opera non può essere attribuito semplicemente alla sua eccellenza musicale. Al pari dell'Aida di Verdi, che sottolinea il fascino che gli occidentali sentivano verso l'antico Egitto, Madama Butterfly avvinse il pubblico con la descrizione della società giapponese che la maggior parte degli occidentali trova tuttora misteriosa e enigmatica. |
Prima che passiamo ad esaminare alcuni elementi musicali che, in Madama Butterfly, segnano lo sviluppo stilistico di Puccini, consideriamo brevemente il significato dell'opera come rappresentazione della cultura giapponese, e vediamo come lo scontro di culture risulti in una situazione drammatica che Puccini ebbe la sensibilità di percepire e esprimere magistralmente attraverso quest'opera. Così come la stele di Rosetta, che dischiuse i misteri dei geroglifici egiziani e portò, più o meno direttamente, alla composizione di Aida, un'altro evento storico, lontanissimo dal teatro lirico italiano, ("l'apertura del Giappone" da parte del Commodoro Matthew Perry nel 1853), dette avvio ad una catena di eventi che portò alla creazione di Madama Butterfly. |
Per quasi tre
secoli il Giappone, sotto il regno dei Tokugawa, visse
in una quasi totale seclusione dal resto del mondo civilizzato.
Ma le forze della storia, soprattutto lo sviluppo della
tecnologia occidentale e la crescita esplosiva del commercio
mondiale, non permisero a una nazione culturalmente avanzata
come il Giappone di rimenere in questo autoimposto isolamento.
In un brevissimo e rimarchevole periodo di tempo, il Giappone
si
è trasformato da paese di cultura contadina a una
delle maggiori potenze industriali del mondo, giocatore
influente nel commercio mondiale. Tuttavia, nonostante
tutte le influenze straniere che il Giappone ha assorbito,
mantiene ancora un'identità culturale unica, (qualcuno
la definirebbe "società chiusa") che
gli occidentali fanno fatica a capire o spiegare. Certemente, quest'aura di mistero e la nostra inabilità a comprendere la cultura giapponese in termini puramente occidentali sono fattori significativi per apprezzare Madama Butterfly. |
Spesso leggiamo che Madama Butterfly è un'opera offensiva verso i giapponesi, (anche se non posso ricordare che una critica simile venga da nessun giapponese). Invero, ci si potrebbe aspettare che gli americani si sentano più suscettibili e offesi dall'opera, che ritrae il comportamento incosciente e la codardia morale dell'archetipo del "cattivo americano". |
Puccini sicuramente non intendeva offendere nessuno, soprattutto i giapponesi. Dopotutto, è il profondo senso d'amore di Butterfly, l'onore e la dignità che la caratterizzano, che fanno di questo personaggio una delle più tragiche e solide eroine nella storia dell'opera. In ogni caso, la verità drammatica di Madama Butterfly nasce sia dalla realtà storica che da quella immaginativa dell'autore. Nei secoli che precedettero l'apertura del Giappone, la figura della "geisha" (letteralmente, ragazza danzante) divenne un'istituzione celebrata della cultura giapponese. Reminiscenti dell'etera dell'antica Grecia, queste cortigiane da favola avevano una funzione vitale nella società giapponese, in cui i contatti fra uomini e donne erano estremamente restrittivi. A quel tempo, tutti i matrimoni venivano organizzati e non c'erano balli o altre occasioni mondane, (così comuni in occidente), dove le donne e gli uomini potessero liberamente incontrarsi e iniziare un processo di cortaggiamento. In questo senso, il fenomeno della "geisha" permise una certa espressione del talento artistico delle donne e diede l'opportunità agli uomini di relazionarsi a loro in una maniera impensabile all'interno della vita domestica. Non è difficile vedere come questo particolare fenomeno sia diventato fonte di fascino per gli occidentali del XIX secolo. |
Ma c'è naturalmente
un'altra tradizione giapponese immortalata in Madama Butterfly,
la tradizione del "seppuku", o suicidio rituale,
riconosciuta come mezzo rispettabile per redimersi da
un crimine e salvare il proprio onore. In aggiunta a queste caratteristiche sociali facilmente romanticizzabili, Madama Butterfly offre al pubblico occidentale un profilo, forse idealizzato, ma non di meno, credibile, della religione, arte, poesia e architettura giapponesi, con una rigida divisione delle varie classi sociali che interagiscono in un'atmosfera di formalità estrema. In breve, Madama Butterfly è la più significativa opera d'arte occidentale basata su un soggetto giapponese che viene trattato con la maggiore oggettività possibile, vista la prospettiva straniera. |
Naturalmente, Madama Butterfly è molto di più che un viaggio in musica. È una tragedia nel senso classico, nella quale il conflitto drammatico deriva dalla volontà dell'eroina di abbandonare le proprie tradizioni culturali (la famiglia, la religione, il suo stile di vita), per amore di uno straniero che ama solamente l'idea di creare una casa, stile giapponese, con un'attraente quindicenne, durante una licenza militare. Che i motivi di Butterfly nascano da un cuore puro e nobile intensifica solamente il dramma del suo personaggio, e offre a Puccini una piattaforma drammatica unica che lo ispira nella creazione di alcune delle sue musiche migliori. |
Forse, la caratteristica più evidente della musica di Madama Butterfly è l'uso di un numero di melodie giapponesi che diventano il materiale tematico più importante dell'opera. Per un compositore come Puccini, questo fu un fattore vitale, dato che il suo approccio personale alla composizione richiedeva l'uso esteso di brevi temi melodici che lui sviluppava e ritoccava, citava e sovrapponeva, di volta in volta, attraverso il corso delle sue opere, spesso senza riguardo per la rilevanza drammatica, ma sempre in un modo tale che l'ascoltatore non potesse non percepire un'unità e totalità musicale. Questa tecnica a "mosaico" è ovviamente utilizzata ne La Boheme e Tosca, ma raggiunge l'apice della maturità in Madama Butterfly. |
Nei primi quindici minuti viene introdotto quasi tutto il materiale tematico, il quale, in un modo o nell'altro, diventa il fondamento melodico e armonico per tutte le arie maggiori e gli insiemi musicali. Ma non dobbiamo dimenticare che Puccini era prima di tutto un compositore italiano. A sottolineare il suo stile personale di composizione troviamo la tradizione secolare del "bel canto", che subordina l'unità tematica, l'armonia e gli elementi ritmici alla richiesta e capacità della voce umana di diventare uno strumento progettato per il legato e il cantabile. |
Un altro concetto che Puccini perfezionò in Madama Butterfly era la sua idea di un atto completo come singola unità, un'idea che Verdi abbracciò filosoficamente ma che non mise mai veramente in pratica. Puccini strutturò ciascuna delle sue opere in tre atti (ufficalmente un primo atto e due parti del secondo), cosicché il panorama musicale sarebbe stato dominato da un inconfondibile apice. Ebbe inizialmente successo con questo approccio nell'atto di apertura de La Boheme. In esso, tutte le arie e gli insiemi musicali anticipano e conducono direttamente al duetto apice dell'atto, "O soave fanciulla". Nello stesso modo il primo atto di Madama Butterfly è caratterizzato dal duetto del grande amore, "Viene la sera". In effetti, non ci sbaglieremmo di molto se volessimo descrivere questo intero atto come preludio e duetto. Nel secondo atto troviamo il magnifico "Un bel dí", che serve come punto focale musicale e drammatico. Nel terzo atto, tutte le vie musicali conducono al finale estatico, di cui la melodia è stata anticipata fin dall'inizio dell'opera. |
Infine, dobbiamo commentare l'eclettismo stilistico di Puccini, che appare maggiormente in Madama Butterfly piuttosto che in una qualsiasi delle sue opere precedenti. Uomo dall'orecchio estremamente sensibile agli stili musicali del momento, Puccini usò liberamente intere scale di toni e armonie risultanti alla Debussy, e spesso congiuntamente, melodie tradizionali diatoniche e progressioni. |
Inoltre, sentiamo moltissimo la scala pentatonica, appropriatissima in quanto la musica giapponese si basa su questa scala. Puccini usò questo meccanismo anche ne La Fanciulla del West e ancora in Turandot (che rivela inoltre un'influenza inconfondibile della scuola atonale). |
Ma lo scopo
principale della musica di Puccini, a prescindere da
qualsiasi influenza immediata, è stato il focalizzarsi
della passione sui personaggi. |
John Rizzo è un critico d'opera, conferenziere e giornalista per "Fra Noi", uno dei più conosciuti mensili italo-americani. Egli è inoltre presidente di uno studio di design on-line specializzato nel creare e sviluppare siti per compagnie italo-americane. |
11 Maggio 2025
TESTIMONIO (más...):
"El Programa de Coaching Italiano es una experiencia y oportunidad increíble. Honestamente puedo decir que este programa no sólo cambió ..."