Quando qualcuno domandò al vecchio saggio e politico romano, Catone, quale fosse il modo migliore per arricchirsi con l'agricoltura, il "Censore" rispose: "Molti pascoli". Qual è il secondo modo? "Pascoli mediocri". Qual è il terzo? "Pascoli, anche se poveri". |
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Scanno ha sempre avuto greggi e pascoli estivi. Le greggi numerose erano tuttavia impossibili da proteggere e nutrire fra le montagne scoscese e i lunghi inverni di Scanno. La pastorizia esplose come industria nel XV secolo con l'acquisizione delle terre da pascolo invernali della Puglia, 300 chilometri a sud. Gli allevatori acquisirono grosse greggi di pecore di tipo "a pelo nero" già le migliori del mondo, nutrite con i migliori pascoli montani estivi. I pastori si allontanavano verso sud ogni inverno, (un viaggio a piedi di 15 giorni fra terre piene di pericoli), per tornare a casa il giugno dopo. Scanno rimaneva una città senza uomini per nove mesi all'anno. Le pecore condizionavano il modo di vivere e il ciclo della vita: il lavoro, le feste, i matrimoni e le nascite. |
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Scanno divenne ricca durante il Rinascimento, ma gli allevatori avevano cominciato a costruire le loro ville due secoli prima. Dopo generazioni di accumulo di ricchezza i ricchi proprietari di pecore iniziarono una competizione frenetica in architettura. |
Per quei tempi e per quella località remota, gli allevatori e la classe degli artigiani costruirono una città grande e di gusto. Gli scannesi a quel tempo eccedevano il numero della popolazione attuale. Catone aveva già indicato il segreto di quel successo: i pascoli migliori del mondo. |
Il numero di pecore di Scanno attraverso i secoli sottolinea il ruolo delle pecore: nel 1645 ebbe 67.486 pecore; nel 1754 - 86.749; nel 1930 - 106.000. Nei periodi più floridi questi montanari-pecorai ebbero 130.000 pecore, un numero esorbitante per quella piccola comunità. La regione della Sardegna, che si basa sulla pastorizia, ha oggi un milione di pecore. I cammini estivi per le pecore (in montagna), i pascoli invernali pugliesi, i ladri di pecore e i magnifici cani, secoli di pazienza e la tenacità della montagna hanno creato un'economia pastorale. La lana dell'Abruzzo ha prodotto delle stoffe eccezionali per i celebri vestiti da matrimonio delle donne di Scanno. La produzione di lana ha generato i processi di colorazione e tessitura. Il latte di capra produce la famosa ricotta e i formaggi "neri". Il tenero agnellino di Scanno, nutrito con pascoli di serie A, è ineguagliato. |
Il movimento dall'Abruzzo alla Puglia era come il fluire e rifluire delle maree oceaniche e creò i ritmi della vita scannese. Il corteggiamento e il fidanzamento avevano luogo in estate. La coppia di fidanzati aveva così un inverno per meditare. Il matrimonio avveniva quando lo sposo tornava a giugno. Il primo figlio veniva concepito in estate. Quando il giovane marito tornava l'anno dopo, suo figlio lo aspettava. E così via attraverso la vita, finché il figlio prendeva il suo posto e ristabiliva lo stesso ritmo. Questi vecchi costumi hanno resistito nel tempo. |
Al giungere di questo secolo iniziò una nuova era e ci fu un decadimento nell'economia pastorale. Gli uomini dell'Abruzzo cominciarono ad emigrare in America. Mentre erano all'estero sognavano di tornare a casa, dopo una vita di lavoro, con una ricchezza. La maggior parte di quelli che tornarono tuttavia, tornarono a mani vuote, come il povero Sciatap (traduzione di "Shut-up" -stai zitto-) di Ignazio Silone, che riportò in Abruzzo solo quella parola imparata a Mulberry Street, a New York. |
Il disastro grosso colpì durante la seconda guerra mondiale. L'esercito tedesco comprò tutte le pecore di Scanno. La pace e la nuova repubblica trovarono Scanno deprivata della sua vivacità con un prezzo di acquisto delle pecore esorbitante. Scanno non era più esente dalle ingurie della storia: era arrivata la povertà. Ancora una volta, l'emigrazione fu l'unica alternativa. Gli uomini di Scanno emigrarono verso il nord Europa. Alcuni non fecero mai ritorno. Un'altra ondata andò a Milano e a Torino, durante il miracolo economico italiano degli anni '50 e '60, mentre la popolazione educata di Scanno preferì Roma. Ancora una volta, Scanno rimaneva una città senza uomini. |
Se le pecore furono vittime di guerra e gli uomini furono costretti ad emigrare, anche l'industria turistica di Scanno, allora in embrione, terminò bruscamente nella generale povertà del dopoguerra. La città si addormentò nella disperazione e, letteralmente, nell'oscurità. I viaggiatori, fino a 40 anni fa, trovavano Scanno ancora senza corrente elettrica. |
L'oscurità delle sue vie tortuose e dei suoi tunnel era a malapena rotta dalla leggera fiamma delle luci a gas; gli hotel, doverosamente, illuminavano con lanterne e candele. Una nuvola di fumo stazionava nell'aria montana, mentre donne, bambini e vecchi si raggruppavano intorno a fuochi all'aria aperta. "Questa terra è stata dimenticata da Dio" si lamentavano disperatamente gli scannesi, mentre i preti dicevano messa fra i muri umidi di chiese antiche. |
Ma, lentamente, i tempi cambiarono verso il meglio e i turisti ritornarono. Scanno divenne nuovamente di moda, e ciò la fece risorgere dalle ceneri. Oggi il turismo è l'industria principale. Tuttavia, Scanno non è né Cortina né Zermatt. È al di fuori dei circuiti chic del turismo internazionale. I suoi hotel, come il "Mille Pini" in stile alpino, ai piedi della Montagna Grande, o il ristorante "Archetti" sono a gestione familiare. Oggi Scanno consiste della città vecchia, del lago e delle montagne. La natura è onnipresente e le persone sono ancora gli scannesi. Non ci sono lunghe code nell'area delle tre seggiovie che portano gli sciatori e gli scalatori a 1800 metri di altezza. La stagione sciistica, da dicembre ad aprile, porta un turismo modesto; è Natale, il momento di maggiore affollamento. La stagione estiva va da giugno a settembre, con notti fresche e giornate calde. Le attività includono: impegnative passeggiate di montagna, wind surf, nuoto e pesca sul lago Scanno. La cucina abruzzese è rinomata in tutta Italia; a Scanno si mangiano agnello, agnello e ancora più agnello, trote di montagna, pasta fatta in casa e formaggi. I vini abruzzesi sono molto buoni. |
Il conto delle pecore oggi è a 6000. Solo le greggi grosse vanno a sud, ora viaggiando su camion. Da un giorno all'altro, le greggi, i pastori, i cani e i ladri si muovono fra le montagne e le vallate. Il ritmo antico si è spezzato. Ironicamente, i ricchi pascoli di Scanno sono ora affittati agli allevatori romani che, con i camion, portano le loro greggi dalla campagna romana al Monte Genzana. Gli scannesi conoscono ancora il valore di quelle erbe; oggi, i proprietari di ristoranti e alberghi competono nel finanziare i pastori (le cui greggi ingrassano con i pascoli migliori) comprando in anticipo i pezzi migliori di agnello per nutrire i conoscitori odierni della cucina abruzzese. |
Il progresso coesiste con le tradizioni antiche. Se è un mistero il motivo per cui la ferrovia si fermi ad Anversa, a 18 chilometri di distanza, entrambi, i tradizionalisti e i modernisti sono contenti che sia così, e entrambi pensano che sia abbastanza vicina. Abbastanza vicina, dicono gli scannesi, è anche l'autostrada il cui ingresso è a Cocullo, a 20 chilometri di distanza. Se i 90 minuti da Roma, sembrano troppo vicini ad alcuni, la barriera dell'"orribilmente bella" Gola del saggitario è una consolazione. |
Il revival basato sul turismo e una certa metamorfosi continuano. Una città con un repertorio di canzoni tutto su di sé, ha anche una propria squadra di calcio nella divisione C dell'Abruzzo. La sua stazione radio offre intrattenimento, ma è anche uno strumento politico importante per la giunta cittadina controllata precedentemente dai Democratici Cristiani. |
Il premio "Scanno" per la letteratura, la poesia, il giornalismo, il cinema, l'ecologia, le relazioni industriali, la legge e la fotografia è stato conferito a celebrità come Mario Soldati, Anthony Burgess, Konrad Lorenz, Michelangelo Antonioni e Leopold Senghor. |
Alcune persone di Roma, Napoli e Bari - alcune scannesi d'origine - hanno costruito qui la seconda casa e hanno creato una vita sociale spuria durante il periodo vacanziero. Il turismo non è più élitario, ma è riservato ai pochi fortunati che hanno scoperto la magia di Scanno. |
I costumi delle donne di Scanno |
Il singolare costume tradizionale, portato giornalmente dalle donne al di sopra dei 45 anni ha rappresentato l'Italia nei festival folcloristici in tutto il mondo. |
L'acconciatura "maccaturo" è formata da una stoffa di lana multicolore avvolta intorno alla testa e tenuta da un nodo, alla base posteriore del collo, che lascia cadere sulla schiena le due estremità. Sotto, un triangolo bianco di cotone legato intorno alla testa serve da base per le trecce di capelli. |
La "casacca" è una gonna di lana verde scura all'altezza delle caviglie; la sua estensione in larghezza è 18 metri. È formata da molti pezzi di stoffa, cuciti insieme parallelamente, che rendono il vestito molto spesso e pesante. Questo abito lungo ha influenzato l'architettura di Scanno: la spessa protuberanza, mezzo metro di roccia, che si getta dalla finestra alta di un palazzo di tre piani è un mistero, fino a che uno non impara che serve per appendere ad asciugare, o arieggiare, questi vestiti rimarchevoli. Il "cappellitto" a turbante è indossato per le feste al posto del "maccaturo". |
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Il Lago Scanno - la Perla dell'Abruzzo Secondo la leggenda, il lago Scanno è stato creato durante una gara fra un mago e una maga. C'era una volta una maga chiamata Donna Angiolina che viveva fra Scanno e Villalago nella valle. Il nome del suo amico mago si è perso nel tempo. |
Entrambi possedevano un libro di magie. Un giorno ebbero una discussione e il mago disse a Donna Angiolina: "nascerà un lago dove cadrai", al che l'indomabile maga rispose "e pioveranno rocce dove passerai tu". La maga buona cadde e nacque il lago Scanno. Il mago passò vicino alle montagne e piovvero le rocce intorno al lago. |
I geologi attribuiscono la formazione del lago ad una valanga nell'era post-glaciale. La sua fonte più importante è il Tasso. Altri fiumi scorrono dal Monte Genzana e dalla Montagna Grande. La "perla dell'Abruzzo" è il lago più grande della regione: lungo 2157 metri, largo 1065, ha una circonferenza di 5114 metri e una profondità massima di 35 metri. |
La trota, che abbonda nei fiumi dell'Abruzzo, è scomparsa dal lago 50 anni fa e il numero di pesci è diminuito a causa della pesca senza controllo. La pesca oggi include i leucos fucini, la tinca (tinca vulgaris), il barbus fluviobilis, lo scandrone (ancora indefinito dai naturalisti), il gastero steus oculcatus, i crostacei, i gamberi, le anguille e le rane. |
Gaither Stewart vive a Roma e collabora, fra diversi progetti, come corrispondente dall'Europa per il Greanville Post. Esperto giornalista, romanziere e saggista tratta diversi argomenti, dalla cultura alla storia alla politica. È anche l'autore della Trilogia Europea, celebrati racconti di spie di cui l'ultimo volume, Time of Exile, è stato recentemente pubblicato da Punto Press. |
10 Maggio 2025
TESTIMONIO (más...):
"Amigos de Cyberitalian: Es mi deseo dirigirme a Uds, para participarles que una vez que he iniciado vuestro curso, debo deciros que ..."