NIRVANA |
Regia: Gabriele Salvatores Italia, 1997 Interpreti: Christopher Lambert (Jimi); Diego Abatantuono (Solo); Sergio Rubini (Joystick); Emmanuelle Seigner (Lisa); Stefania Rocca (Naima); Amanda Sandrelli (Maria). |
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Il 12 gennaio 1997 è la data scelta da S. Kubrick trenta anni orsono per far nascere Hal, il computer inquietante di 2001 Odissea nello spazio. Quasi a celebrare quel compleanno esce oggi il primo vero film italiano di fantascienza. Infatti non è mai esistita in Italia una cultura cinematografica di questo genere, se si eccettuano pochi esempi illustri: Omicron (1963) di Ugo Gregoretti, La decima vittima (1965) di Elio Petri, e il comico Totò nella luna (1958) di Steno, il resto consiste in una (scarsa) produzione di B movies, girati da registi italiani nascosti dietro improbabili pseudonimi americani. |
Per il film di Salvatores cominciamo dal titolo: perchè Nirvana? |
Nirvana è un concetto filosofico spiegato in vari testi sempre per negazione. Per il suo film Gabriele Salvatores ha scelto fra le tante questa definizione: |
"Vi è un posto dove non c'è terra, acqua, fuoco o aria, né condivisione di spazio infinito, né questo mondo, né un altro mondo, né entrambi, né il sole o la luna. Là non si va, né si viene, non si muore né si nasce. Non è qualcosa di fisso, non si muove, non è fondato sul nulla. Esso, in vero, è la fine del dolore". |
![]() (Image from the film) |
Tuttavia, il film non si limita a una re-interpretazione della filosofia Zen; essa coesiste con l'uso della steadycam e computer graphics che con la loro azione deformante mutano la realtà in un effetto speciale che coinvolge lo spettatore. Molti hanno voluto vedere in questo film una sfida alle grosse produzioni hollywoodiane (Independence Day) con uno "Spaghetti Science-fiction", Salvatores interviene a spiegare i motivi per i quali lo ha girato: "Nirvana è un film di svolta. Ne avevo bisogno. Arriva un momento in cui si sente l'esigenza di affrontare cose nuove. Questo film rappresenta un taglio drastico con un certo tipo di cinema. Le mie radici sono il neorealismo e la commedia all'italiana sui quali, essendo cresciuto con il cinema americano degli anni Settanta, ho tentato innesti, ho fatto contaminazioni. Ma ora penso che la commedia all'italiana è morta e non è più in grado di raccontare la realtà". |
In realtà questo film è qualcosa di più e di diverso da uno "spaghetti Sci-Fi; secondo quanto afferma G.Canova: "Gabriele Salvatores rilancia una delle più specifiche funzioni del cinema: quella di fare mondi, progettare spazi e inventare città. Arricchendo le mappe dei nostri territori mentali di nuovi luoghi in cui provare ad abitare". Fondamentale quindi il luogo fisico in cui è stato girato Nirvana: i 140.000 metri quadrati dell'area abbandonata dell'ex Alfa Romeo del Portello di Milano che per l'occasione ha ripreso vita. Qui è stata costruita una megalopoli immaginaria, l'Agglomerato del Nord dove un centro ricco e protetto è del tutto distaccato dalle periferie che lo circondano: degradate, caotiche, colorate da una massa di gente divisa a seconda delle rispettive etnie come recitano i nomi dei vari ghetti: Marrakech, Bombay City, Shangai Town, ecc... |
![]() (Image from the film) |
Su tutto e su tutti nevica ininterrottamente. In questo motivo ancora un riferimento alla filosofia Zen che lo stesso Salvatores definisce "un gentile fiocco di neve che non cade in nessun posto". |
Un ipotetico mondo futuribile, dovrebbe essere il 2005, in cui esseri reali per i quali l'incomunicabilità rappresenta la norma, navigano nel mondo parallelo del cyberspazio, e si divertono con un videogame violento e sofisticato che si chiama, appunto, Nirvana. |
II soggetto: una spietata caccia all'uomo che si conclude con la morte. Per azione di un potente virus elettronico il protagonista del gioco, Solo, prende coscienza di essere un fantasma tra fantasmi che, per artificio di una tecnologia ipersofisticata, è proiettato in un pericoloso videogame. Si rende conto che proverà sempre paura, che nel gioco qualsiasi azione intraprenda sarà inutile e illogica, e si ripeterà all'infinito come la sua morte. Chiede perciò a Jimi, I'inventore del gioco, ossessionato dall'elettronica e alla ricerca di Lisa, la donna che lo ha abbandonato, di "cancellarlo". Per aiutarlo Jimi dovrà introdursi nella banca dati della potente multinazionale che controlla il mercato telematico. Inizia quindi un viaggio nel girone infernale dei quartieri dell'Agglomerato accomunando alla ricerca di Joystick, il migliore degli hackers, quella del suo amore perduto. A questo proposito è stato rimproverato a Salvatores di non aver abbandonato neppure in questo film di 'fantascienza' il motivo del viaggio, ma il regista precisa: "Più che film di fantascienza lo definirei psichedelico, nel senso di apertura della psiche, non è tanto un viaggio in mondi sconosciuti quanto un viaggio all'interno della testa". |
![]() (Diego Abatantuomo in Nirvana) |
Gli esseri che Jimi incontra nel suo percorso irto di pericoli, hanno tutti abdicato, almeno in parte, alla propria umanità: Naima, la bellissima infopirate ha ceduto la propria memoria per potersi sistemare un impianto nel cervello e deve ricorrere a una memoria artificiale; Joystick si è venduto gli occhi - i contrabbandieri d'organi sono sempre presenti - e vede attraverso due telecamere, così vetuste che la sua visione è limitata al bianco e nero. |
Fra Joystick e Jimi si crea un'amicizia e con Naima, forse, inizia una storia d'amore. In parallelo, nel videogame, Solo cerca di strappare Maria, la piccola prostituta, a una esistenza virtuale. Le avventure si susseguono in una mescolanza di filosofia induista, di "essere e non essere", arricchita da effetti speciali sottolineati da una colonna sonora travolgente. Fra gli innumerevoli eventi che segnano il suo difficile viaggio, e grazie all'aiuto dei suoi amici, Jimi riuscirà a far scomparire la propria creazione, cancellando anche se stesso. Nel film, che non è destinato soltanto alla generazione cyber, i due livelli: reale e virtuale si sovrappongono, interscambiabili, le soluzioni linguistiche in quella Babele del futuro sono infinite. |
Nella sua recensione di Nirvana, Marco Lodoli, sottolinea come con questo film Salvatores volti pagina per lanciarsi nel futuro "su una intuizione di base: l'universo dei computer e quello delle filosofie orientali sono contigui. Il punto di contatto è l'illusorietà: tutto ciò che appare su uno schermo esiste ma non esiste, e tutto ciò che noi viviamo è velo di Maya, menzogna, ombra cinese". |
Salvatores conferma il cambiamento: "Voglio affrontare storie che sporchino le mani. Vado verso la confusione. Si può raccontare questo mondo con storie che abbiano un inizio e una fine precisamente definiti? Ho intrapreso una strada e devo vedere dove mi porta, anche a rischio di sbattere la testa". |
10 Maggio 2025
TESTIMONIO (más...):
"He podido participar tanto en el Programa de Coaching Italiano 'Tu Renacimiento' como en 'La Vida a la Italiana'. Había tantas cosas ..."