Il pittore olandese Carel Willink ha contribuito alla riscoperta di uno dei più misteriosi tesori d'Europa. È sorprendente che così poche persone conoscano questo parco bizzarro, pieno di enormi e stranissime statue disseminate sopra una collina vicino alla cittadina di Bomarzo, nel centro Italia.
Hai paura dei mostri di Bomarzo? |
El pintor holandés Carel Willink contribuyó al redescubrimiento de uno de los más misteriosos tesoros de Europa. Es sorprendente que tan pocas personas saben acerca de este extraño parque, lleno de estatuas enormes y extrañas dispersadas sobre una colina cerca de la ciudad de Bomarzo, en el centro de Italia.
¿Tienes miedo de los monstruos de Bomarzo? |
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Bomarzo - Hell's mouthLa bocca dell'inferno
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Sia che consideriate queste enormi sculture di pietra dei mostri o delle opere d'arte, ne rimarrete sicUramente affascinati. I mostri di pietra di Bomarzo hanno per molti anni incuriosito e allo stesso tempo attratto artisti e amanti dell'arte, non meno di quanto abbiano terrorizzato la povera gente del viLLaGGIo. La leggenda del parco cresce di anno in anno. |
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Il soldato-poeta-sognatore, Vicino Orsini, che costruì il suo parco delle meraviGLIE nel 1550, ruppe tutte le regole dell'arte del tempo. Egli creò di proposito un'attrazione bizzarra e insolita per stupire gli ospiti e, come diSSe lui stesso, "per dare respiro al suo cuore". Egli creò quattro secoli fa, incredibilmente, un parco d'arte surreale, "straordinario e sovrannaturale", com'era suo desiderio. |
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Uno dei primi artisti a cadere sotto il suo iNCantesimo fu il pittore tedesco Bartholomeus Breenbergh, che, nel 1625, visitò Bomarzo e ne disegnò i mostri. Ma con i lunghi secoli dopo la morte di Orsini, il parco e il suo "bosco sacro", come egli chiamava quella macchia di alberi sulla coLLina di Bomarzo, caddero in stato di abbandono. Per oltre trecento anni quelle meraviglie vennero trascurate e riposarono in silenzio. Erba e erbacce coprirono i mostri dell'Orsini. Ma questi non si mossero e dormirono, o forse risero e aspettarono. Aspettarono di essere riscoperti nel 1938 dal pittore spaGNolo surrealista Salvador Dalì che allora basò uno dei suoi più famosi dipinti sul Parco di Mostri di Bomarzo. |
Quei mostri che si affacciavano fra le erbacce spaventavano la gente del posto. Sembrava che il parco sacro fosse abitato da strani spiriti. La gente di Bomarzo cominciÒ a chiamare il bosco sacro "parco dei mostri". |
Ma Orsini insisteva sul nome "bosco sacro di Bomarzo". E scrisse: "CHIunque non sia coLPITo da questo paRCO non ammirerebbe neppure le sette meraviglie del mondo". |
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Se il bosco era sacro, le statue appaiono come divinità pagane in una sorta di strana chiesa. La doZZina di enormi sculture di pietra di proporzioni veramente mostrUOse all'inizio scioccavanoi visitatori proprio per la loro dimensione. Perché sono dei veri giganti, giganti comparati alla natura che li circonda e alla gente che li visita. La natura sembra piccola e insignificante e il visitatore viene disorientato da questa sproporzione. Non può distinguere fra ciò che è naturale in questo parco magico e ciò che è fatto dall'uomo. Non puÒ credere AI sUOI oCCHI. È finto e terribile allo stesso tempo. Forse è stata l'opera di alcune divinità venute da altri pianeti e da un passato lontano. |
Orsini stava solo giocando con i suoi ospiti? Dove finisce l'inganno e dove comincia l'arte? O forse, l'arte e l'inganno sono la stessa cosa? Oltre quattrocento anni fa Orsini fece un'inscrizione su una sfinge all'entrata del parco: "Voi che entrate qui, considerate ciò che vedete e poi ditemi se tante meraviglie sono fatte per l'IngaNNo o per l'arte". |
Il sacro bosco di Bomarzo fu concepito come la nuova meraviglia del mondo, così eccezionale che nessuna cosa al mondo gli aSSomigliaSSe. Era ed è unico. Oggi viene chiamato "parco dei mostri" ma il suo nome originale forse rimane più appropriato, perché è veramente un "parco delle meraviglie". |
Bomarzo - Cerbero
Ci si sorprende continuamente che non tutti conoscano i giardini di Bomarzo, a soli pochi chilometri dall'autostrada del Sole, fra Firenze e Roma. Persino IN Italia, molte persone non ne hanno mai sentito parlare. Anche dopo la riscoperta di Dalì, negli anni 30, il parco è rimasto nell'oblio fino agli anni recenti. Fino a che Giovanni Bettini, un amante dell'arte locale con una visione sul futuro, nel 1953 comprò l'intero parco per un figlio e iniziò un attento restAUro. |
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Oggi il parco è aperto al pubblico, là ai piedi della strana, vecchia, cittadina collinare di Bomarzo. Artisti, scrittori, arCHEOloGI e nuovi turisti arrivano in numero crescente, a migliaia quest'anno. Si scrivono articoli in proposito. Documentari televisivi vanno in onda in tutto il mondo. |
Il parco dei mostri ha stimolato lo scrittore argentino Mujica Lainez a scrivere un romanzo chiamato "Bomarzo". Già il nome è misterioso. Il suo collega argentino, Ginastera, ha in seguito scritto un opera basata su questo romanzo. Più tardi Carel Willink ha dedicato una serie di pitture ai mostri, un fantastico mondo di mostri e orrore sullo sfondo di una guerra nUcLEArE. |
Sorprendentemente le statue sono in uno stato eccellente nonostante i lunghi secoli di attesa e abbandono. I mostri sono sopravvissuti in silenzio sotto la copertura di erbe e erbacce e sotto i temporali che spesso si abbattono su questa aspra collina. |
Orsini dedicò il suo sacro bosco alla moglie, Giulia Farnese, che morì in giovanissima età. Egli lavorò per oltre 30 anni alla costruzione del parco. ProBABILmente lo costruì anche per la gioventù, per i giovani che credono nelle meraviglie e nella magia. E anche per amore. Tutto nel parco sembra voler provare che la vita e l'amore trionfano sempre. |
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I ricchi Orsini aFFidarono il progetto originale all'artista napoletano Pirro Ligorio, che completò alcuni dei lavori nella basilica di San Pietro a Roma dopo che MiCHElangelo morì. Egli realizzò perfettamente il desiderio di Orsini di creare qualcosa di sovrannaturale sul crinale della collina. |
Più tardi molti dei principali artisti del tempo contribuirono alla creazione: un elefante enorme che porta niente di meno che una toRRe sul suo dorso. Il cane infernale con tre teste, Cerbero. Un colosso, un gigante terrificante che tiene una persona in aria per le gambe. Orsi giganti. Draghi, orchi, la porta dell'inferno. E la casa storta e pendente che fa girare la testa, dove ci si deve sforzare per mantenere l'EQUIlibRIO. |
Ognuno ha una sua particolare reazione verso i mostri e la loro abitazione. Giovani e vecchi, uomini e donne, tutti reagiscono in maniera differente. Ma per ognuno è un'esperienza unica. E sempre piacevole. |
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Bomarzo siede là sulla sua collina e guarda in basso a quello che succede nel bosco sacro. Bomarzo, scura e misteriosa. Niente ristoranti né alberghi, solo un bar e molte persone anziane. È un mondo a parte, foRSe prOIBItivo, esclusivo. La sua gente siede e guarda con divertimento gli stranieri che arrivano a vedere i mostri. E solo a pochi chilometri dalla grande autostrada, dall'uscita di Attigliano o di Orte, 25 chilometri dalla capitale di provincia Viterbo e un po' più di un'ora da Roma. |
Gaither Stewart vive a Roma e collabora, fra diversi progetti, come corrispondente dall'Europa per il Greanville Post. Esperto giornalista, romanziere e saggista tratta diversi argomenti, dalla cultura alla storia alla politica. È anche l'autore della Trilogia Europea, celebrati racconti di spie di cui l'ultimo volume, Time of Exile, è stato recentemente pubblicato da Punto Press. |