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Il mondo della biblioteca nei monasteri medievali e nel romanzo "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco. |
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Trailer del film "Il nome della rosa"
La biblioteca nacque in seguito ad un disegno rimasto oscuro attraverso i secoli, ci racconta l'abate benedettino de "Il Nome della Rosa", il romanzo di Umberto Eco di maggior successo. Solo il bibliotecario conosce il contenuto della biblioteca mistica di Eco; tuttavia, le sue labbra sono serrate e non può rivelare i segreti contenuti nei grandi libri. Nessuna verità, continua l'abate, può essere rivelata a tutti, come nessuna bugia può essere riconosciuta come tale dagli spiriti pii. Il libro è una fragile creatura, ci dice, che soffre dell'usura del tempo. |
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Dunque la biblioteca deve difendere questi fragili libri. Deve difendere se stessa ed essere impenetrabile, come le verità che contiene. Richiamando il detto latino che "monasterium sine libris est sicut mensa sine cibis," (un monastero senza libri è come una mensa senza cibo), l'abate del XIV secolo di Eco definisce il suo ordine come una riserva di conoscenza minacciata dal fuoco, dai saccheggi e dai terremoti. |
Nei secoli descritti da Eco, che precedevano la stampa, le biblioteche dei monasteri erano una centro vitale di conoscenza, ma erano avvolte nel mistero poiché, già da allora, la conoscenza era considerata pericolosa. |
I monaci studiosi passavano il tempo allo Scriptorum, copiando libri ecclesiastici, arricchendoli di miniature, rilegandoli e proteggendoli. I primi monasteri, come i tredici fondati da San Benedetto (VI secolo d.C.) fra le montagne vicino a Roma, furono la maggiore riserva di cultura europea durante le continue invasioni dei barbari.
Io stesso, dopo avere letto l'avvincente descrizione che il romanzo di Umberto Eco ci offre circa la vita in una biblioteca monastica, ho deciso di visitare alcuni monasteri.
I due monasteri, Santa Scolastica e Sacro Speco, dove San Benedetto visse, dominano la Subiaco medievale. |
Subiaco
Santa Scolastica a Subiaco è l'unico monastero sopravvissuto fra quelli fondati da San Benedetto. Oggigiorno è nascosto all'interno della favolosa cittadina di Subiaco, isolata fra le montagne, a 70 km da Roma. I monaci del monastero passavano il tempo a meditare e a copiare libri, mentre gli artisti affrescavano la chiesa e la cappella. |
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L'arrivo a Subiaco, (oltre cinque secoli fa), di due stampatori di Magonza, in Germania, cambió la vita del monastero. Il progresso arrivò all'improvviso. La stampa diede termine al lavoro dei monaci analfabeti che facevano l'inchiostro, preparavano la pergamena dalle pelli di pecora e rilegavano i grandi libri, come all'opera dei monaci più istruiti che copiavano i libri con la loro calligrafia artistica mentre i maestri ne adornavano i margini con le miniature. Purtroppo si conoscono pochi particolari del ruolo che ebbe Subiaco nella diffusione dell'arte della stampa nel XV secolo. La storia non vi si è soffermata. I tedeschi, Arnoldus Pannartz e Conradus Sweynheym, furono diligenti. Né Parigi né Roma, che stavano per diventare i centri di stampa più importanti d'Europa, avevano ancora iniziato la loro attività quando i tedeschi costruirono la loro stamperia nell'isolata Subiaco e pubblicarono il primo libro stampato d'Italia: il lavoro etico-filosofico di Lattanzio. Scritto nel IV secolo da Cecilio Lattanzio (convertitosi al cristianesimo), il libro contiene i primi caratteri greci stampati al mondo; ha un carattere tipografico in lettere mobili studiato apposta per le estese citazioni dal greco e chiamato "stile Subiaco". Il libro indica appunto Subiaco come stamperia ed è datato 29 Ottobre 1465. |
Con 100.000 volumi preziosi, quella di Santa Scolastica è una delle più ricche fra le biblioteche delle undici grandi abazie d'Italia. I suoi libri costituiscono un vero tesoro culturale, letterario, storico e mistico. |
Di seguito ho impiegato una delle tecniche favorite di Eco e ho listato alcune opere contenute nella biblioteca: 320 manoscritti, (codici dal X al XVII secolo che non sono mai usciti dalla biblioteca). Duemila libri del XV secolo, 14,000 del XVII secolo, una collezione di Salmi del X secolo e una spiegazione della Bibbia dell' XI secolo, (la cui scrittura a mano servì da modello per gli Umanisti e per la stampa dei caratteri subiaco, quattro secoli più tardi). Un messale del XIII secolo (numerato volume 2001, che indica quanto, una volta, fosse grande la biblioteca) e 280 incunabula, libri stampati fra il 1445 e il 1500 [la parola "incunabula" deriva dal latino "cuna" culla, la culla della nuova arte: la stampa].
La biblioteca è situata in un chiosco romanico del XII secolo, sormontato da un campanile del 1052. |
Una curiosità è la chiesa neoclassica di Santa Scolastica, dell'architetto Giacomo Quarenghi, che a 25 anni costruì la sua unica chiesa in Italia prima di essere chiamato in Russia da Caterina II per diventare il Bernini di San Pietroburgo. |
Sacro Speco, tagliato nella roccia e su vari livelli, quasi completamente affrescato da artisti fra l' VIII e il XIII secolo, è uno dei luoghi più spettacolari e meno conosciuti d'Italia. Un area di montagne aspre, valli strette, acque correnti, picchi rocciosi e boschi fitti. Umberto Eco potrebbe essersi ispirato a questo posto per rappresentare l'atmosfera misteriosa del suo romanzo "Il Nome della Rosa". Eppure i monaci insistono che non ci sono misteri qui; niente intrighi e nessun romanticismo. Solo pace e silenzio.
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Di seguito è riportato l'indirizzo dei monasteri citati:
Monastero Santa Scolastica. Località Santa Scolastica 00028 Subiaco, Roma. Tel. 0774/85525.
Monastero Sacro Speco di San Benedetto. Località Sacro Speco. 00028 Subiaco, Roma. Tel. 0774/85039.
Gaither Stewart vive a Roma e collabora, fra diversi progetti, come corrispondente dall'Europa per il Greanville Post. Esperto giornalista, romanziere e saggista tratta diversi argomenti, dalla cultura alla storia alla politica. È anche l'autore della Trilogia Europea, celebrati racconti di spie di cui l'ultimo volume, Time of Exile, è stato recentemente pubblicato da Punto Press. |
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